Tempo di esami di idoneità per chi ha scelto homeschooling e scuola parentale: ospitiamo sul tema l’intervento di Sergio Leali, presidente di LAIF.
LAIF è l’acronimo di L’Associazione Istruzione Famigliare, attiva da diverso tempo sul territorio nazionale.
Di seguito l’intervento del presidente Leali.
«Siamo in tempo Covid, ma siamo anche in prossimità di esami. Questa fase è una delle più importanti per chi fa homeschooling/istruzione parentale. In questo passaggio, più che in altri, si sviluppa il rapporto tra homeschooler, genitori ed Istituzioni scolastiche.
I giovani in istruzione parentale sono ricompresi nella categoria dei “privatisti” ed in quanto tali possono presentare richiesta di esame di fine ciclo (terza media) o di idoneità per il passaggio alla classe successiva.
In termini formali, per regolare le procedure sono stati emanati il D.M. n° 5 dell’8-2-2021 (esami di idoneità) e l’Ordinanza n° 52 del 3-3-20121 (fine ciclo).
La lettura delle norme rivela delle novità positive per gli homeschooler. In entrambi i casi, “fine ciclo” ed “idoneità”, viene posto a cerniera tra la famiglia e la scuola il “ progetto didattico-educativo presentato dall’alunno”.
Infatti, nell’esame di fine ciclo, è sulla base di questo che il consiglio di classe assegnerà l’argomento dell’elaborato; quest’ultimo, a sua volta, costituirà il nucleo da cui partirà e si svilupperà la prova nel suo complesso.
Nel caso “dell’idoneità” sarà sempre il progetto didattico-educativo presentato ad essere “il riferimento” per la strutturazione delle verifiche.
Altra nota di rilievo sta nel riferimento alle Indicazioni nazionali come cartina di tornasole per la validazione dei progetti stessi, si pone cioè la progettualità dei genitori e del giovane apprendente direttamente in relazione con le “…norme generali ..” dettate dalla Repubblica (art. 33 della Costituzione). Ovvero l’istituto scolastico presso al quale la famiglia si rivolge, copre il ruolo di garante della rispondenza al contesto comunitario condiviso in tema di educazioni ed apprendimento/istruzione . Una determinata scuola non pone la sua declinazione specifica come termine di paragone per accertare i percorsi di apprendimento praticati.
Nello specifico infatti, in merito all’ “Esame di stato per gli alunni privatisti” al comma 2 dell’articolo 5 del decreto n° 52 del 3-3-2021 è scritto:
“L’elaborato di cui all’articolo 2, comma 4, e all’articolo 3, è individuato entro il 7 Maggio 2021 dal consiglio di classe al quale l’alunno è assegnato per lo svolgimento dell’esame, tenendo a riferimento il progetto didattico – educativo presentato dall’alunno ….”
A rafforzare ulteriormente l’atteggiamento di attenzione verso la personalizzazione dei percorsi di apprendimento, concorre anche quanto espresso nel comma 2 dell’articolo 3 del medesimo decreto “Criteri di realizzazione degli elaborati “
“La tematica di cui al punto 1 (n.d.r. dell’elaborato)
(a) è individuata per ciascun alunno tenendo conto delle caratteristiche personali e dei livelli di competenza:
(b) consente l’impiego di conoscenze, abilità e competenze acquisite sia nell’ambito del percorso di studi, sia in contesti di vita personale, in una logica di integrazione tra gli apprendimenti”
Quando si dice “tenendo conto delle caratteristiche personali e dei livelli di competenza”, si procede nella direzione tracciata nelle “Indicazioni nazionali “ che già nel 2012, anche nel capitolo “Centralità della persona” delineava significativamente il tema:
“Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi.
Sono importanti almeno due annotazioni.
Sul punto (b) del comma 2 dell’articolo 3: per la delineazione delle caratteristiche personali e dei livelli di competenza si fa riferimento “ai percorsi di studio” , ma anche “alle competenze acquisite …in contesti di vita personale, in una logica di integrazione tra gli apprendimenti”. Viene intesa non un mera finalità di “misurazione” delle competenze/conoscenze disciplinari, ma altresì una verifica della sviluppo globale della giovane persona. Per questo entrano in gioco, oltre agli apprendimenti formali/scolastici, anche quelli informali e non formali che nella realtà contribuiscono notevolmente alla crescita di ogni persona, sia nella sua connotazione singola, sia in quella sociale.
Le Indicazioni nazionali pongono al centro lo studente, non tanto come soggetto a cui devono essere impartite una determinata quantità di cognizioni, attraverso una sequenza di lezioni più o meno rigidamente prefissata, ma lo studente come persona nell’insieme dei fattori che incidono e agiscono sulla sua esistenza nella fase della sua giovinezza.
Il significato di tutto ciò va ben oltre la performance retorica e si collega direttamente a quanto la Costituzione indica all’articolo 3: E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA.
In questo momento di crisi e trasformazione del sistema, per certi versi forzosa ma innegabile, si aprono scenari per ora solo abbozzati, ma suscettibili di ospitare e portare ad un avanzamento progetti e idee virtuose per le giovani persone, scolarizzate o in istruzione parentale, e per le comunità».