Il maestro Giampiero Monaca, ideatore dell’approccio educativo Bimbisvegli, ha chiesto (e ottenuto) un anno di aspettativa. Ci spiega perchè.
Dopo un lungo digiuno, un braccio di ferro non senza tensioni (che pareva aver generato un’apertura) per ottenere l’accettazione del metodo pedagogico che ha realizzato e portato avanti nella scuola di Serravalle d’Asti, ecco che maestro Giampiero ha deciso di chiedere, e ha ottenuto, l’aspettativa.
Giampiero, perché ha deciso di andarsene?
«Non è più la mia scuola, quella per cui ho scelto 16 anni fa di dedicare tutto il meglio di me. Sono tati stravolti gli orari e la logistica delle famiglie, sradicate relazioni umane, continuitá didattica ed emotiva di alunne e alunni, specialmente quelli con bisogni educativi specifici. In pratica sono stati abbattuti con strumenti burocratici e formali i pilastri di Bimbisvegli: forma contro sostanza. Abbiamo provato a far cambiare idea a chi di dovere, come docenti abbiamo proposto di riorganizzare l’orario e la distribuzione delle mansioni, senza oneri per la scuola, in modo da permettere la pratica di Bimbisvegli, trasversalmente su tutte le classi, ma niente. Ci siamo sempre sentiti fare riferimento a presunti, ma mai esplicitati, “ordini superiori”. Per questo non sono in grado di andare avanti. Ricordo che la nostra esperienza ha partecipato al Festival dell’innovazione scolastica ed è risultata tra le 25 migliori realtá educative italiane. Così, di fronte alla prospettiva di dover far crescere solo metà scuola con Bimbisvegli, lasciando gli altri alla didattica tradizionale, di fronte alla scelta di “chi butti dalla torre?” io ho scelto di buttare me stesso.
Cosa pensa ora di fare?
«Resto disponibile a continuare l’esperienza Bimbisvegli dopo l’orario scolastico e al di fuori di luoghi scolastici. Sarà un’esperienza di scuola esperienziale diffusa e all’aperto, per sostenere la sopravvivenza del plesso di Serravalle anche in mancanza del progetto inserito in orario curricolare: in questa diatriba con la gerarchia non deve andarci di mezzo il plesso scolastico, presidio di socialità e cultura per la comunità locale. Sarà dura, sono in molti a voler chiudere questa scuola. Eppure ancora non mi arrendo, lotto da fuori, e provo ancora difendere questo approccio: lo abbiamo già sottoposto al giudizio del Ministero affinchè venga riconosciuto come metodologia. Pur apprezzato non è stato ancora giudicato sufficientemente completo: il nuovo step sarà quello di stenderne una versione ancor più analitica e articolata, mantenendone saldi i principi fondanti, cioè centralità del bambino con i suoi bisogni specifici di empatia sperimentazione cooperazione, gioco; la coscientizzazione dei bambini all’assunzione precoce del loro ruolo di giovani cittadini del mondo di oggi; la didattica diffusa esperienziale ed in natura come ambiente di sviluppo privilegiato per la crescita di persone consapevoli, critiche, solidali, impegnate, affidabili. Contestualmente sarò “maestro errante” (mi piace questo termine, in equilibrio tra esplorazione e possibilittà di errore) e mi dedicherò a portare i semi dell’esperienza e della pedagogia di Bimbisvegli ovunque possano esserci terreni fertili.
È stato recentemente a Roma e ha incontrato Padre Alex Zanotelli.
«Sì, sono andato a Roma per affiancare Padre Alex Zanotelli nel suo digiuno di giustizia per Mimmo Lucano e in solidarietà a tutti i migranti. Lui questa estate mi ha molto supportato, durante il mio digiuno per Bimbisvegli, e ora ricambio il supporto nelle lotte per la giustizia e la solidarietà. A Roma ho anche incontrato alcuni parlamentari che per fortuna stanno prendendo a cuore la nostra esperienza. Ci sono alcune buone prospettive, perché la scuola di Serravalle d’Asti è ad un passo dal completamento dell’iter di adesione alla Movimento Piccole Scuole: il consiglio di Circolo ha votato favorevolmente ora resta solo più il voto del collegio dei docenti. Questo vuol dire che INDIRE (Ricerca per l’innovazione della scuola italiana) potrebbe venire a studiare il nostro case history».
Le regole anticovid hanno dato una pesante frenata a tanti progetti pedagogici innovativi e umani, di condivisione, contatto, scambio, incontro nelle scuole?
«Non posso né voglio discutere le regole anticovid da un punto di vista medico, non ne ho alcuna comptenza, però ne affronto gli effetti dal mio punto di osservazione, dal punto di vista evolutivo, degli apprendimenti e della socializzazione. Credo che le regole anticovid siano frequentemente state strumentalizzate, come grimaldello e lucchetto per demolire o bloccare progetti e realtà scomode, da parte di chi preferisce una società “silenziosa ed operosa” ad una “attiva e solidale”. In questi anni si è visto dare libero sfogo a messaggi ansiogeni, repressivi e colpevolizzanti e già gli effetti si stanno manifestando con il grande aumento di sindromi depressive, consumo di alcool e famaci psicoattivi e antidepressivi e con il progressivo inaridimento di ogni dibattito politico».
di Linda Maggiori