Il Progetto Alice ha presentato il metodo educativo al Dalai Lama, che ha espresso grande stima verso il lavoro del maestro Valentino Giacomin.
Gli studenti di tutte e tre le scuole del Progetto Alice in India si sono recati, alla fine di gennaio, a Bodhgaya per questa straordinaria esperienza. In più, oltre 12.000 studenti hanno partecipato all’evento giungendo da diverse scuole del Bihar ed in particolare da molte scuole governative per le quali in Progetto Alice ha trovato sponsors che hanno finanziato il viaggio. Erano presenti anche molte autorità locali, dirigenti scolastici e rettori universitari.
Il fondatore del Progetto Alice, il maestro Valentino Giacomin, ha tenuto un discorso parlando della sofferenza, dell’altruismo e della visione dell’universo come una totalità. «Dopo 30 anni di ricerche pratiche e progetti pilota in Italia e in India, il metodo Alice ha prodotto risultati eccezionali sia accademicamente che per quanto riguarda lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e della consapevolezza – dicono i portavoce delle scuole del Progetto Alice in India – Il Dalai Lama, nel suo discorso, ha riconosciuto gli straordinari risultati raggiunti e ha dichiarato che nelle scuole di Alice è stato realizzato il sistema educativo da lui sognato. Al Dalai Lama è stata anche consegnata la prima copia del libro di Giacomin sull’etica universale».
Il Dalai Lama ha poi parlato dell’importanza dell’antica saggezza indiana che enfatizza la moralità, l’interdipendenza e l’auto-riflessione. Ha espresso la convinzione che l’istruzione e la cultura occidentali, così ricercate in India, non producano pace interiore, ma si limitino al materialismo. Ha sottolineato che Valentino ha trasceso la sua educazione occidentale riportando l’antica saggezza dell’India nella metodologia delle scuole di Alice.
«Questa antica saggezza basata sul concetto di Karuna (compassione) e Ahimsa (non violenza) – spiegano dal Progetto Alice -ci aiuta a capire le nostre emozioni e ci fornisce una chiave per superare la sofferenza causata da proiezioni distorte della mente. Il Dalai Lama ha sottolineato la necessità di una “igiene emotiva”. Proprio come l’igiene fisica dà salute e felicità al corpo, l’igiene emotiva dà salute e felicità alla mente».
Gli studenti di Alice erano visibilmente commossi.
Ha commentato il professor Awonish Mishra, che ha moderato l’evento: «Noi, ad Alice, siamo fiduciosi che i nostri studenti creeranno un mondo migliore. Siamo orgogliosi per il riconoscimento e la lode che Sua Santità ha dato a Valentino, riconoscendo la validita’ e l’importanza del modello di Alice applicato nelle nostre scuole».
«Prima dell’esperienza indiana, negli anni Ottanta, in Italia, avevamo iniziato una ricerca e una sperimentazione pedagogica cercando di trovare una risposta alla crisi nelle scuole e al fallimento dell’istruzione tradizionale in Occidente – ha spiegato poi Giacomin – A quel tempo, ci siamo resi conto che le scuole stavano manifestando una malattia sottile e pervasiva in forma di mancanza di disciplina, mancanza di attenzione, bullismo, calo delle prestazioni accademiche e conflitti interpersonali e sociali. Ci siamo quindi domandati: “Se questa tendenza negativa, questa degenerazione, continua, cosa succederà ai nostri studenti tra venti, trenta anni?” Oggi, la risposta è lì sotto gli occhi di tutti: violenza, bullismo nelle scuole; indisciplina, suicidi; disturbi neurologico-mentali, infelicità. Da dove arriva tanta sofferenza e violenza? Era la domanda che ci siamo posti, 30 anni fa, di fronte a questi sintomi. Da questa domanda, la terapia successiva è nata come Progetto Alice. Secondo la nostra ipotesi, la causa della sofferenza esistenziale si trova nel paradigma dualistico che differenzia il sistema educativo dell’Occidente. Quella visione si basa sulla scienza materialistica e sulla concezione errata della realtà. Sfortunatamente, l’antica saggezza dell’India fu sopraffatta dall’arroganza del pensiero del materialismo occidentale la cui visione egocentrica ha favorito i disvalori della competitività, della gelosia, dell’orgoglio, del desiderio e della rabbia. Quanto sono lontane le scuole moderne – nel mondo – dalla visione olistica, integrata e non dualistica del Vedanta che afferma:” Tat tvam Asi!” ” Tu sei quello!”, o dei cristiani, dei buddisti e delle altre religioni?” “Ama il tuo prossimo come te stesso “, o il concetto di Maya, illusione. Questa era la pedagogia del sistema educativo di Gurukul nell’antica India e degli yogi e mistici come Shantideva (per citarne uno per tutti). Questa è anche la pedagogia del Progetto Alice, in India».
«Nelle nostre scuole proponiamo un’etica che enfatizza il valore della tradizione meditativa orientale e i suoi metodi di consapevolezza e trasformazione basati sulla saggezza per una vita felice – ha proseguito Giacomin – La saggezza che porta i nostri studenti a capire che se vogliamo essere liberi dalla sofferenza, raggiungendo la pace interiore ed esteriore, in primo luogo, dobbiamo conoscere la nostra mente, quindi dobbiamo andare oltre il nostro egoismo e le nostre proiezioni. È essenziale per far capire ai nostri studenti che non c’è separazione tra me, gli altri, il mondo, come quando sognamo (questo è il nostro solito esempio durante l’allenamento). Noi, nelle scuole di Alice, abbiamo capito che questa comprensione porta un profondo cambiamento interiore da cui nascono i valori di disciplina, solidarietà, compassione, altruismo e non violenza. Tutto ciò, integrato con materie curriculari, insieme alla nostra metodologia sperimentale, aveva anche portato grandi risultati accademici. In questi 24 anni di lavoro nelle scuole pubbliche indiane crediamo di essere stati in grado di dimostrare, praticamente, che è possibile recuperare l’antica saggezza di questo Paese, se lo proponiamo in un modo moderno e scientifico (vedi neuroscienza, fisica quantistica , psicologia transpersonale …). Grazie anche alla nostra esperienza, crediamo che l’India possa, ancora una volta, diventare una guida di saggezza e benessere mentale per tutti i paesi del mondo. Il Rettore della Sanskrit University di Benares, a questo proposito, ha dichiarato: “Siamo certi che – se mettiamo in pratica – le intuizioni di Alice Project Universal Education, potremmo migliorare non solo il sistema educativo dell’India, ma, anche, portare armonia nel mondo “. Ora siamo alla fine della nostra lunga ricerca. Stiamo per lasciare un’eredità di vasto materiale educativo, frutto di 30 anni di ricerca: storie morali; testi di metodologia e pedagogia non dualistica; guide per insegnare matematica e lingue attraverso la visualizzazione e la meditazione; un manuale per insegnanti che presentano una formazione educativa graduale sull’etica laica per gli studenti di tutti i livelli».