“L’asilo nel bosco” e la “Scuola nel Bosco” nascono dall’incontro tra due realtà educative romane che da oltre 15 anni lavorano per rispondere ai bisogni dei bambini.
Si tratta di L’Emilio che gestisce un nido e una scuola dell’infanzia e fa parte del circuito internazionale di educazione alternativa REEVO (www.reevo.org) e l’Associazione Manes (www.associazionemanes.it) che si occupa di formazione e che coordina i progetti “Community School” una scuola primaria e secondaria, poi di “Maestri di strada” un’iniziativa che lavora sull’abbandono scolastico.
Asilo nel bosco
«L’asilo nel bosco è partito con una sperimentazione nel 2013-2014 nella nostra struttura del Parco della Madonnetta di Acilia – spiega Paolo Mai, uno dei promotori – Confortati dai risultati raggiunti e dall’entusiasmo di bambini e genitori, abbiamo deciso di cercare un contesto più adatto e così siamo sbarcati l’anno successivo nella campagna di Ostia Antica, a due passi dal Tevere e dagli scavi, immersi in un paesaggio meraviglioso fatto di campi coltivati e boschetti incantevoli. Ospitiamo 40 bambini provenienti per lo più dal territorio del X municipio e il nostro modello educativo trae ispirazione dalle esperienze di asilo nel bosco del nord Europa, dove sono diffusi da oltre 50 anni, e da altre teorie, come quelle di Montessori, Steiner, Agazzi, Freire e Rousseau, che si sono dimostrate efficaci in questi anni di intensa e appassionata sperimentazione. Non crediamo possano esistere metodi validi in tutti i tempi ed in tutti i luoghi per questo attingiamo da diverse fonti per creare un modello educativo che sia efficace oggi nel nostro territorio. Educare all’aria aperta ci pare particolarmente funzionale ai nostri scopi in questo periodo in cui a livello scientifico si comincia a parlare di patologie legate al “deficit di natura”( Richard Louv “L’ultimo bambino dei boschi” ), in un contesto in cui alcune attitudini innate del bambino quali la fantasia, l’immaginazione e la creatività sono mortificate, in cui la curiosità viene imprigionata da rigidi schemi costruiti dall’adulto ed in cui tutto sembra ruotare intorno all’aspetto cognitivo rilegando in un cantuccio l’importanza della relazione e delle emozioni. Abbiamo così costruito un progetto pedagogico e didattico che poggia su cinque basi fondamentali:
- Lo spazio esterno come aula didattica privilegiata
- Una grande attenzione alla relazione, nella nostra scuola il rapporto educatore bambino è 1 a 9 e non 1 a 25 come nella scuola dell’infanzia tradizionale
- L’esperienza diretta come principio cardine della didattica, come dice un proverbio giapponese molto caro a B. Munari e G. Zavalloni: “Chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara”
- L’importanza delle emozioni, si puo’ vivere da adulti felicemente senza sapere i logaritmi o senza conoscere la struttura dell’atomo, non si puo’ essere felici senza sapersi relazionare con l’altro e non sapendo amare
- Il gioco come veicolo didattico privilegiato e come strumento comunicativo maggiormente usato.
Nella nostra impostazione che puo’ sembrare alternativa non trascuriamo gli obiettivi consigliati dal ministero nelle Indicazioni Nazionali per la Scuola dell’Infanzia, anzi. Nei cinque campi d’esperienza su cui questo testo ci consiglia di lavorare il nostro approccio risulta maggiormente efficace rispetto all’impostazione vigente nella scuola italiana. È più efficace per l’esperienza corpo e movimento perché lo spazio aperto rispetto a un’aula stimola di piu’ lo sviluppo del corpo e dei suoi 5 sensi. È più efficace per la conoscenza del mondo perché pensiamo che sia meglio entrare in un pollaio o in un orto per conoscere la provenienza di un uovo e di un pomodoro piuttosto che sentirselo raccontare e perché per riconoscere il variare e le peculiarità delle stagioni sono piu’ funzionali belle passeggiate rispetto ad un libro didattico dove colorare un albero spoglio autunnale o uno fiorito primaverile. È più efficace per il sé e l’altro, perché la costruzione della propria individualità passa attraverso esperienze ricche in cui il bambino possa mettersi in gioco e perché la socialità ha come presupposto fondamentale un ambiente sereno e una giusta vicinanza dell’educatore. È più efficace per immagini, suoni e colori, legate alle esperienze artistiche perché l’arte è strettamente legata alla bellezza ed il nostro paesaggio è sicuramente piu’ stimolante rispetto a un’aula. È più efficace nei discorsi e nelle parole perché gli obiettivi legati a questo campo non possono essere svincolati da esperienze significative e da un ambiente in cui viene privilegiato l’ascolto. Infine un’attenzione particolare è rivolta ai materiali, tutti gli arredi sono costruiti con materiali di recupero e non utilizziamo giocattoli di plastica preconfezionati ma “piccole cianfrusaglie senza brevetto” come sassi, pezzetti di legno, giochi di cartone, bambole di stoffa, tappi di sughero ecce cc . abbiamo fatto questa scelta di contro alla tendenza all’usa e getta delle società occidentali e perché inostri materiali stimolano ilbambino ad usare la fantasia e l’immaginazione. Infatti se una macchinetta è una macchinetta e basta, un pezzo di legno puo’ diventare un violino, una bacchetta magica, una canna da pesca e molto altro ancora».
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Scuola nel bosco
«La scuola nel Bosco, partita quest’anno, nasce grazie alla collaborazione con l’Istituto Comprensivo Amendola Guttuso – spiega ancora Paolo Mai – I bambini sono iscritti a questa scuola pubblica che ha sede ad Ostia Ponente e partecipano a questo progetto sperimentale che ha la base in un casale nella campagna di Ostia Antica e che permette ai bambini di trascorrere la quotidianità scolastica in tutto il meraviglioso territorio del X municipio e non solo. L’obiettivo è quello di stimolare processi d’apprendimento efficaci puntando sulla curiosità degli alunni come chiave insostituibile per aprire le porte della conoscenza nelle diverse discipline in cui è strutturata la scuola primaria. I libri di testo sui quali è incentrata prevalentemente la didattica nelle scuole tradizionali saranno sostituiti da esperienze piacevoli in grado di stimolare domande e così la lezione di scienze si fa nel bosco o nell’Oasi LIPU di Ostia, quella di storia agli scavi di Ostia Antica o al castello di Giulio II, quelle di letteratura spesso attraverso il teatro o il fumetto , quelle di geometria all’orto, ecc. Stimolati dai positivi riscontri dell’Asilo, abbiamo deciso di riportare i principi pedagogici di questa esperienza nella quotidianità di bambini più grandi. Innanzitutto l’educazione non si preoccupa solo dell’aspetto cognitivo ma si prende cura anche delle emozioni dei piccoli . Come confermano le neuroscienze e le teorie della psicologia positiva, saper gestire l’ansia, saper controllare e indirizzare la rabbia, saper condividere le gioie sono tutti ingredienti fondamentali affinché la memoria, la creatività e gli altri aspetti che caratterizzano l’apprendimento esprimano tutte le loro potenzialità. Per fare questo oltre ad una formazione specifica del gruppo di lavoro è previsto un rapporto educatore-bambini di 1 a 8 e non 1 a 25 come nella scuola convenzionale. Per quanto riguarda l’aspetto cognitivo gli sforzi sono indirizzati partendo dalla teorie delle intelligenze multiple di Howard Gardner a stimolare e a riconoscere tutti i tipi di intelligenza che contraddistinguono l’essere umano. Avranno spazio così attività ed esperienze che non si focalizzeranno solo su l’intelligenza linguistica e logico-matematica ma che valorizzeranno anche quella musicale, quella visivo-spaziale, la cinestetica, quella interpersonale , quella intrapersonale e quella naturalistica. Le arti in quanto discipline in grado di lavorare su gran parte di questi ambiti sono quotidianamente presenti nella vita dei bambini e così il teatro, la musica , la danza, la pittura, la scultura e il fumetto sono tutte discipline che faranno parte integrante del Piano di Offerte Formativa».
«Un altro aspetto caratterizzante è la possibilità di vivere all’aria aperta gran parte della quotidianità scolastica, nell’ultimo anno abbiamo potuto vedere con i nostri occhi ciò che avevamo letto in diverse ricerche: i bambini sono molto autonomi, creativi, sereni e hanno una socialità molto ricca e poco conflittuale. Abbiamo già fatto la prima notte di scuola e presto partiremo per il camposcuola che si svolgerà nel centro di didattica ambientale di Panta Rei sulle colline antistanti il lago Trasimeno.
Lavoriamo anche sugli obiettivi del ministero e vediamo che con la didattica che proponiamo permette di raggiungere i diversi traguardi in minor tempo e soprattutto in maniera piacevole per i bambini. La felicità nel presente per noi non è un aspetto secondario e il nostro sogno è che la scuola diventi un posto cosi’ bello che i bambini ne reclamino l’apertura anche nei giorni festivi. Siamo convinti che gli alunni che faranno questo percorso avranno successo anche nelle esperienze scolastiche successive ma ci teniamo a sottolineare che il nostro scopo principale non è quello di prepararli alle medie , al liceo, all’università o ad una futura occupazione ma quello di fornire loro le competenze che saranno per loro utili nella vita. Stiamo sempre più intensificando il rapporto col mondo accademico, a marzo 2015 abbiamo organizzato con la professoressa Sandra Chistolini e l’Università Roma Tre un convegno internazionale sulla pedagogia del bosco che ha avuto un grande successo e in autunno con Michela Schenetti ricercatrice dell’Università di Bologna e Fabrizio Bertolini docente in Valle D’Aosta è partita una ricerca sul tema che potrà avvalersi della collaborazione degli oltre 10 asili nel bosco che in questo ultimo anno sono nati in Italia. A marzo sono usciti un libro e un dvd, “L’asilo nel bosco: un nuovo paradigma educativo”, che raccontano della nostra esperienza di quest’anno che è stato veramente ricco di gioie e soddisfazione e che ci ha dimostrato che si puo’ costruire una scuola che si fondi su un nuovo paradigma educativo che sia più attuale e più umano. In un mese sono state vendute 3000 copie e stiamo procedendo alla ristampa Ci auguriamo che anche la scuola nel bosco si diffonda rapidamente in Italia come è stato per l’asilo e per questo insieme agli altri progetti italiani di educazione all’aria aperta stiamo costituendo un’associazione che tra i diversi obiettivi ha quello di stimolare il legislatore a fare la nuova legge per la scuola dell’infanzia e per la primaria , visto che quella vigente risale al 1975 ed è evidentemente anacronistica».