È un progetto in crescita e ben consolidato: è la scuola primaria statale Montessori “Col. G. Lugli” dell’IC Carpi 2, a Santa Croce di Carpi (Modena).
Il progetto, voluto fortemente da un gruppo di genitori, è partito nell’anno scolastico 2012/2013 e a oggi conta ben 7 anni di sperimentazione, avendo compiuto anche un intero ciclo della scuola primaria statale.
A parlare di questo progetto è Aldo Arbore, insegnante che assieme alla collega Mara Conforto ha dato avvio alla sperimentazione.
Come è nato il progetto Montessori?
L’idea di riportare il metodo Montessori nella scuola pubblica statale è stata promossa dall’iniziativa di un gruppo di genitori riuniti nell’associazione “Scuola Amica dei bambini”, associazione ancora oggi attiva nella diffusione della conoscenza e promozione del metodo Montessori. Quando l’associazione ha trovato accoglienza presso l’Istituto Comprensivo Carpi 2, grazie alla volontà del Dirigente è stato possibile attivare due classi prime che potessero fare esperienza dell’impostazione e delle pratiche didattiche montessoriane; grazie alla libertà costituzionale di insegnamento sancita dall’articolo 33. Anno dopo anno, anche le altre insegnanti del plesso hanno aderito alla sperimentazione; poi, una volta ottenuta tutti l’abilitazione ufficiale dell’Opera Nazionale Montessori, a conclusione del corso biennale, abbiamo richiesto e ottenuto l’ufficializzazione della Scuola ‘Lugli’ come scuola ‘a metodo Montessori’.
Perché è nato il progetto?
Il progetto è nato perché i genitori che hanno promosso l’iniziativa hanno trovato accoglienza nell’istituzione scolastica rappresentata dall’allora dirigente e dalle insegnanti via via coinvolte: la condivisione di una esigenza di innovazione ha dato la possibilità di trovare uno sbocco all’attività iniziata dai genitori associati già da tempo. Il denominatore certamente è stato quello della ricerca del benessere dei bambini, per poter garantire condizioni di apprendimento favorevoli a uno sviluppo integrale del potenziale di ciascun alunno secondo le proprie inclinazioni. Genitori da un lato, dirigente e insegnanti dall’altro si sono incontrati e hanno collaborato a partire da una lettura concorde delle esigenze culturali e materiali imprescindibili per dare corpo a un progetto così unico (a oggi ancora la nostra è la sola scuola primaria statale a differenziazione didattica montessoriana in tutta la regione Emilia Romagna): formazione degli insegnanti coinvolti, organizzazione degli ambienti didattici, dotazione dei materiali montessoriani. L’approvazione del Collegio dei docenti del Comprensivo ha rappresentato il sigillo formale conclusivo per l’ufficializzazione definitiva dell’esperienza. La felice conformazione dell’edificio scolastico inaugurato a inizio 2012, costruito con criteri di risparmio energetico e cura estetica, ha certamente inoltre contribuito alla riuscita dell’iniziativa e al suo sviluppo fin qui; e anche l’avvicendamento alla dirigenza scolastica intervenuto nel mentre – con l’arrivo della dirigente C. Penso – non ha interrotto la continuità di consolidamento.
Che ruolo e funzioni hanno il gruppo genitori riuniti nell’associazione che sostengono il progetto, scuola amica dei bambini?
Oggi l’associazione di genitori che affianca e sostiene la scuola è cambiata: “Scuola Amica dei Bambini”, l’associazione promotrice, ha ceduto il passo alla “A.Ge. Montessori Col. Lugli” che riunisce volontariamente i genitori degli alunni, specialmente quelli che stanno ancora frequentando. Il compito dell’associazione che sostiene le attività didattiche si è evoluto; una volta consolidata la realtà scolastica montessoriana a S. Croce, il bisogno di sostegno anche economico, attraverso attività di auto-finanziamento rimane: va ricordato infatti che non vengono destinate risorse pubbliche statali specifiche aggiuntive per le attività scolastiche delle scuole ‘a metodo’; per contro l’esigenza di acquisto di materiali (ex novo o in sostituzione), aggiornamento e approfondimento della formazione delle insegnanti, tutoraggio da parte dell’Opera Nazionale Montessori generano costi vivi e permanenti, che solo in parte possono essere affrontati con l’impegno volontario di chi nella scuola lavora quotidianamente. Il ruolo dell’A.ge. è ancora quello però di collaborare nel promuovere la conoscenza e la consapevolezza delle specificità del Metodo Montessori, specialmente tra i genitori degli alunni che frequentano la scuola, ma anche nel territorio della città.
Che importanza hanno i materiali nella pedagogia Montessori? E quelli autocostruiti?
L’importanza dei materiali nella pedagogia Montessori e fondamentale, seconda solo al ruolo dell’insegnante: al centro c’è il bambino – il protagonista del proprio apprendimento, che in uno spazio adeguatamente strutturato – l’aula che evolve nel tempo – accede autonomamente ai materiali – sensoriali precedentemente e di sviluppo poi – e alle attività predisposte e illustrate inizialmente dall’insegnante – il regista-osservatore del percorso di ciascuno e della vita del gruppo classe -. I materiali pertanto sono lo strumento principe per l’attività individuale in aula, tanto quelli acquistati quanto quelli prodotti autonomamente dall’insegnante: questi ultimi contribuiscono anche a creare un legame emotivo-affettivo con l’alunno che vi percepisce un lavoro di cura da parte dell’adulto. Generalmente si acquistano quei materiali che storicamente venivano realizzati da Gonzagarredi Montessori già dall’inizio del’900 e ora sotto la supervisione dell’Associazione Montessori Internazionale, sia per praticità che per garanzia della conformità delle specifiche. Nella nostra esperienza ci siamo avvalsi però anche di materiali auto-costruiti con l’aiuto di genitori, nonni e amici.
Stanno partendo molti progetti sperimentali a indirizzo Montessori. Che criticità possono esserci e a cosa bisogna prestare attenzione?
La prima cosa cui prestare attenzione è sempre il bambino: il benessere dell’alunno è la motivazione principale che spinge a muovere i passi nel cambiamento verso la sperimentazione. Perciò uno dei primi aspetti su cui occorre concentrarsi, a differenza di quanto spesso accade quando si inizia una nuova attività con fervore operativo e pragmatico, è quello di costruire un clima di benessere dal punto di vista relazionale anche tra i colleghi coinvolti e con le famiglie: la chiarezza sugli obbiettivi comuni e sulle reciproche specificità di ruolo è fondamentale, tanto quanto la concordia sulle condotte pedagogiche condivise specialmente rispetto all’autonomia e responsabilizzazione degli alunni. In secondo luogo occorre curare adeguatamente i rapporti con le classi/scuole che non applicano il metodo, affinché la diversità possa diventare una ricchezza e un’opportunità, più che essere percepita come una forma di concorrenza. In terzo luogo non bisogna mai dimenticare il lavoro ‘culturale’ di diffusione della conoscenza del Metodo, anche presso le Istituzioni pubbliche, evitando di dare per scontato che molti conoscano le reali caratteristiche peculiari originali dell’impostazione pedagogica e didattica indicata da Maria Montessori: il rischio è quello di trovarsi a confronto con interpretazioni un po’ distorte o pregiudiziali del pensiero e dell’opera di Maria Montessori; e questo andrebbe a discapito del buon successo dell’iniziativa.
Come si trova un bimbo che segue una scuola primaria Montessori, poi alla scuola media?
Questa è una delle prime domande che emergono quando si presenta un’esperienza montessoriana alla Primaria. Una delle nostre prime formatrici, G. Bittoni dell’ONM, alla luce della sua lunga esperienza che l’ha portata anche a collaborare con le insegnanti alle medie – scuola secondaria di primo grado – rispose spiegando che il passaggio al successivo grado di istruzione risulta impegnativo per tutti gli studenti senza esclusione per quelli ‘montessoriani’. Lei aggiunse, e questo ci è stato già confermato sia da altre formatrici ma anche da insegnanti attuali e genitori di alunni delle tre classi ‘uscite’ finora, che chi ha alle spalle un percorso formativo di tipo montessoriano si trova più che bene attrezzato dal punto di vista delle autonomie operative, interesse trasversale alle discipline, capacità di collaborazione tra pari e nel gruppo classe, e con competenze scolastiche solide in linea con il proprio percorso di sviluppo e crescita … non necessariamente migliori di altri dal punto di vista della preparazione in tutto, ma quasi tutti sopra alla media per motivazione all’apprendimento attivo, alla scoperta autonoma e alla creatività originale.
di Isabella Wilczewski