Tra i relatori di “Tutta un’altra scuola” c’è anche Erika Di Martino, ormai divenuta punto di riferimento in Italia per l’homeschooling. Erika spiega come affrontare questa scelta.
«In Italia, come in molti altri Paesi, l’assolvimento dell’obbligo di istruzione può avvenire tramite l’educazione parentale o homeschooling» spiega Erika. «Le famiglie che scelgono l’educazione parentale istruiscono i propri figli con amore e dedizione, il loro lavoro è da considerarsi alla pari con quello svolto dagli insegnanti nelle scuole. L’educazione parentale è l’istruzione impartita dai genitori o da altre persone scelte dalla famiglia ai propri figli. Si può coinvolgere nell’educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenza e abilità, sfruttando tutte le fonti di conoscenza e competenza che sono disponibili nell’ambiente circostante alla famiglia. Alcune famiglie preferiscono seguire orari giornalieri, utilizzando i testi e programmi scolastici, altre desiderano affidarsi a un apprendimento più naturale e spontaneo dove si assecondano i bisogni, le interesse e capacità dei figli in veste di aiutanti e guide. Legislativamente, la garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione avviene attraverso l’autocertificazione dei genitori di avere la capacità tecniche e economiche per provvedere all’educazione dei propri figli. Negli Stati Uniti gli homeschoolers sono all’incirca 2 milioni, mentre sono pressoché 70 mila in Inghilterra, 60 mila in Canada, 3 mila in Francia e 2 mila in Spagna. Questo trend è in crescita in tutto il mondo e in Italia le famiglie che educano a casa sono un migliaio».
«Spiegare come si fa Homeschooling è impossibile perché esistono tanti metodi quante sono le famiglie che lo praticano – prosegue Erika – Ci sono quelli che preferiscono seguire degli orari prestabiliti e utilizzano i testi scolastici, ci sono altri che propongono una materia alla volta e passano a quella successiva solo quando quella precedente è stata assimilata completamente (magari anche dopo mesi), altri ancora che integrano con programmi esteri avendo bambini bilingue. Certe famiglie praticano l’unschooling che è un proseguimento dell’attachment parenting e che porta a un apprendimento naturale che segue i ritmi e le passioni del bambino. La famiglia sceglie cosa e come imparare, orientandosi ai desideri e alle inclinazioni dei propri figli i quali imparano attraverso la conversazione, il gioco, la lettura e la scrittura, le lezioni all’aperto, il lavoro manuale, le attività in casa, e per i più grandi anche con i vari lavori di volontariato, e con il apprendistato. I ragazzi sono parte attiva della società, vivendola in prima persona e in tutte le sue sfaccettature. Lezioni di arte, danza, musica, incontri sportivi, eventi didattici nei musei o presso associazioni culturali, teatro, scouts, corsi privati vari e tutte le informazioni reperibili via internet offrono infinite opportunità di arricchimento sociale, culturale e civico».
«Gli homeschoolers italiani si stanno organizzando in gruppi tramite piattaforme informatiche come il social network www.educazioneparentale.org per incoraggiarsi a vicenda e ritrovarsi. Il 20-21 giugno 2015 si terrà il terzo Incontro Nazionale per Homeschoolers e Unschoolers a Rimini, trovate tutte le info su www.s-cool.it . Un bambino homeschooler si confronta con persone di tutte le età, in molteplici contesti e quindi non è un bambino emarginato o asociale. Socializzare significa sviluppare rapporti interpersonali adeguandosi alle regole della vita in società: incontri sportivi, gite istruttive, lezioni di arte, danza, musica, visite ai musei, spettacoli a teatro, volontariato, uscite per fare la spesa, incontri tra amici al parco, offrono interessanti opportunità di arricchimento sociale, culturale e civico al di fuori del sistema scolastico tradizionale, che a molti sta stretto.
La vita è apprendimento e in ogni momento si può fare qualche cosa da cui si può trarre un insegnamento. I bambini e i ragazzi imparano sempre. La loro crescita intellettuale è come loro crescita fisica: non si ferma mai. Come quando da piccolissimi hanno imparato a gattonare, camminare e parlare sotto i vostri occhi, ora, stanno imparando a conoscere il mondo che li circonda. I genitori che scelgono questa strada condividono un forte senso di responsabilità per l’istruzione e l’educazione dei propri figli».