Un progetto rivoluzionario, voglia di migliorare le cose, di andare contro il mondo solito, triste, grigio, monotono nel suo appoggiarsi al già visto, già fatto, già provato.
Un gusto di vivere, e far vivere, improntato a gioia ed energia, fantasia, creazione, libertà. Sono questi gli ingredienti dei Pissacani, non-scuola in fieri a indirizzo libertario, che aprirà il prossimo autunno 2016, nei pressi di Padova. L’idea in fondo è semplice e parte da un’attenta osservazione del mondo: oggi, la modernità si regge su un sistema di non-valori come l’egoismo, il disinteresse, la massificazione; gli uomini non sono più uomini ma consumatori consumati dalla macina economica, non sono più cittadini capaci di scegliere e rischiare per le proprie idee, ma sudditi di un reame invisibile che non si dichiara, che manipola, soffoca, impedisce di pensare. Se questo è il risultato di anni di educazione familiare e di istruzione scolastica, dicono i Pissacani (la loro scelta è di presentarsi pubblicamente come collettivo), allora è meglio rompere con la tradizione e cercare una nuova strada. Se la scuola che abbiamo frequentato invece di insegnarci ci ha confusi e ha tarpato le ali ai nostri desideri, la soluzione può essere quella di aprire, e frequentare, una non-scuola.
“Il nostro intento” raccontano, “non è quello di inculcare un nuovo modello alternativo a quello presente. Ci proponiamo, invece, di fare qualcosa di molto più difficile, ovvero di limitare il condizionamento che praticheremo sui bambini fornendo una ‘cassetta degli attrezzi’ interiore per una lettura critica e a-dogmatica del mondo, per una buona ricerca di soluzioni e decisioni corali, per un’affermazione sana e coraggiosa di sé, per un atteggiamento di fiducia e amore verso di sé e gli altri, per una valorizzazione della fantasia rispetto all’accettazione passiva di soluzioni pre-confezionate”.
Libertà, uguaglianza, solidarietà, responsabilità, onestà, collaborazione, fiducia, autostima: questi sono i valori dei Pissacani, che in attesa di cominciare, in autunno, con un ‘asilo in famiglia’ per bimbi fino ai tre anni tra Padova e Vicenza e una non-scuola per i più grandicelli, in un’area compresa tra i Colli Euganei e la città di Padova, sono già partiti con un progetto relativo agli adulti: “consapevoli di quanto sia importante la coerenza tra quanto si dice e quanto si fa, dobbiamo in un certo senso compiere un percorso parallelo rispetto a quello dei bambini: mentre loro apprendono quasi per conto proprio, quanto più possibile liberi dai nostri condizionamenti, noi adulti dobbiamo ‘dis-educarci’ per spogliarci delle sovrastrutture che si sono sedimentate in noi stessi e che tenderemmo a riversare sulle nuove generazioni, caricandole del nostro medesimo fardello”.
In questa prospettiva di dis-educazione e di spinta alla libertà nell’espressione di sé (‘essere’, e non ‘dover essere’ è l’obiettivo), i Pissacani non aderiscono a un modello educativo specifico, pur alternativo: si ispirano ai vari Steiner, Montessori, Ferrer, Faure, Robin, Lodi, Freire, Bernardi, Miller, Dewey, Freinet, Illich, Tolstoj, Korczak, Neill, rifiutandone, quando presenti, gli aspetti di chiusura e di limitazione. Perché, poi, “a dettare quale ‘pedagogia’ impiegare è la persona che abbiamo di fronte, o meglio la relazione che l’accompagnatore costruisce con il bambino o col ragazzo”.
Ora i Pissacani stanno cercando la sede più adatta per la futura non-scuola, che sorgerà nel padovano, tra i Colli Euganei e la città di Padova; “per noi l’ambiente dove i bambini apprendono non dovrebbe essere isolato, chiuso, delimitato come una prigione, ma piuttosto aprirsi agli influssi esterni, alla vita, quella vera, vissuta, con tutti i problemi della quotidianità e la ricchezza di stimoli di autoapprendimento che solo un ambiente vero e vitale può offrire. La nostra ricerca di una sede per la non-scuola si orienta verso ambienti ricchi di natura, di alberi – il bosco è uno spazio educativo fenomenale –, che ci diano la possibilità di stare all’aperto, di fare esperienza con animali e piante, col sole e la pioggia, il vento e la nebbia, riducendo al massimo consentito dal buonsenso (che è la nostra principale norma di comportamento) l’impulso a proteggere i bambini dal freddo, dal caldo, dall’umido, soffocandone l’esplorazione sensoriale in nome di una comoda sicurezza costruita a suon di ‘non si salta dentro la pozzanghera!’. Vorremmo che ci fosse davvero tanto, tanto spazio fuori, così che i bambini riuscissero (sempre entro il limite del buonsenso e dalla preservazione dell’integrità fisica, pur accettando come inevitabile e naturale un po’ di rischio) ad allontanarsi dalla nostra vista, per consentire loro di costruirsi i propri ambienti e i propri giochi su misura, secondo i propri tempi – anche dell’ozio! – e le proprie necessità, le proprie scelte, senza la sensazione di essere continuamente controllati da degli adulti!”.
Un’altra delle dimensioni importanti nella non-scuola sarà quella del dialogo: ci si abituerà a parlare, a discutere e decidere insieme, “fa sempre parte di quell’idea di buona politica che abbiamo, di attenzione nei confronti della comunità, di cura e rispetto nei confronti degli altri, ma anche di assunzione di responsabilità personale, di capacità di dire di no anche se si è gli unici a dirlo e, se si è in grado di argomentarlo, di esprimere le proprie ragioni senza timore di giudizio, di essere derisi, trascurati perché piccoli e ‘incapaci’, ‘immaturi’”.
Non è una strada tutta in discesa, quella dei Pissacani: oltre alle difficoltà pratiche e organizzative, c’è la tendenza dei genitori della zona alla passività, che fa sì che non sia sempre facile coinvolgerli nel progetto educativo dei figli.
“Perché questa difficoltà? Al netto di nostri errori comunicativi e ‘strategici’, sicuramente un peso determinante è quello dell’educazione ricevuta dai genitori d’oggi, a scuola come dalle famiglie, nonché ovviamente dal contesto ambientale, sociale, che storicamente si è venuto a costituire qui in Veneto e che più che in altre parti d’Italia ha formato persone rese atomi egoisti, insoddisfatte visceralmente della propria vita, alla ricerca di qualche cosa con cui riempire il proprio vuoto esistenziale, ma rassegnate e deprivate della capacità di immaginarsi fare cose diverse dalle abituali – e di impegnarsi per farle. Quest’immagine indubbiamente triste e sconsolata alimenta la necessità di un nostro impegno personale per rompere il ciclo di un sistema che, con l’educazione, si autoalimenta, allontanandosi sempre più da un’idea di mondo giusto, libero, equo, solidale, felice”.
Il progetto dei Pissacani, ovvero di Alice, Elena, Francesco, Ilaria, Manuele e Valentina, è un progetto davvero politico, “nel senso alto e positivo del termine, ovvero quello di partecipazione attiva alla comunità, di cura di essa anche se nel nostro cercare di darne un futuro migliore vogliamo letteralmente minarla alle fondamenta, per renderne possibile il rovesciamento, nel senso che smetta di essere competitivo, ma diventi collaborativo; non più egoistico, ma solidale e generoso; non più chiuso e ossessionato dalla sicurezza, ma aperto e libero. Il tutto, grazie alla libertà, alla scoperta, alla felicità di bambini e ragazzi cresciuti in un contesto idoneo, non autoritario, non repressivo: bambini e ragazzi liberi di essere se stessi, anziché di dover essere ciò che ha stabilito un adulto”.
Contatti:
Sito Web: http://www.pissacani.it/
E-mail: info@pissacani.it
Facebook: Educazione Libertaria Padova
Telefono: 349.4268462 (Manuele) – 049.8715992 (Francesco)
di Silvia Valerio