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Scholè e la Tribù dei viaggiatori

Pubblicato il 23 dicembre 2018 0

Da settembre 2019 a Jesi sarà attiva “La tribù dei viaggiatori”, progetto di affiancamento per le famiglie che si avvalgono dell’istruzione parentale.

Il progetto, che si definisce compartecipativo, di esperienza educativa attiva è rivolto alle famiglie con bambini e ragazzi dai 6 agli 11 anni «che decidono di avvicinarsi a un nuovo paradigma educativo e di istruzione», spiega Brenda Cerioni, una delle promotrici della iniziativa portata aanti dall’Aps Scholè.
«Il progetto vivrà adattandosi alle esigenze dei bambini e dei ragazzi, pertanto prevederà un sistematico e continuo modellamento. I principi pedagogici che lo caratterizzano ci guideranno per tutto il percorso e sono: outdoor education, apprendimento esperienziale, rispetto dei tempi, dei ritmi e degli interessi di ognuno, assenza di valutazione giudicante, promozione del Cooperative Learning, presenza di figure guida (precettori), comunicazione attraverso il linguaggio Giraffa».

«La Tribù dei Viaggiatori condivide il manifesto dell’Educazione Diffusa presentato da Paolo Mottana,  docente universitario di Filosofia dell’Educazione, il quale considera la città educante in tutte le sue parti. Molte attività, quindi, si realizzeranno all’aria aperta in modo da poter ampliare gli spazi di apprendimento. In quest’ottica, la sede operativa dell’Aps Scholè, diverrà un rifugio, una tana dove trovarsi, partire e tornare; una base in cui acquisire conoscenze e tecniche preliminari, dove indossare e lasciare abbigliamenti e strumentazioni e aderire a riunioni di elaborazione, programmazione e confronto. Le uscite saranno organizzate dai bambini con la supervisione delle figure guida: saranno loro i veri protagonisti, poiché chiameranno, prenoteranno e prenderanno accordi con gli enti locali.

«Alla base del percorso vi è la convinzione che l’apprendimento autentico nasca inevitabilmente dalle esperienze concrete, vissute con la mente aperta e curiosa dei bambini – prosegue il gruppo promotore – Pertanto, ogni aspetto teorico affrontato verrà prima preceduto dall’azione pratica, offrendo un ampio ventaglio di situazioni e attività reali e non simulate. Si darà grande spazio al gioco come vettore per promuovere la conoscenza e l’acquisizione di abilità e al divertimento, all’allegria e alla risata come momenti imprescindibili del processo di apprendimento».

«L’organizzazione in gruppi morbidi e fluidi consentirà di lavorare con ritmi distesi e con strategie di rallentamento (“Pedagogia della Lumaca” – G. Zavalloni) – prosegue ancora Brenda – che permettono di porre attenzione alla sfera emotiva, alla conoscenza del sé e di dedicare gran parte del tempo alla comprensione e all’ascolto empatico. Un percorso di acquisizione di abilità e di competenze porta con sé delle tappe imprescindibili che verranno perseguite rispettando le abilità, le potenzialità e le peculiarità di ciascuno. Ispirandosi ai principi montessoriani, le attività non verranno imposte: i bambini saranno invitati a vivere l’esperienza e affiancati durante il processo di realizzazione. Inoltre, per raggiungere un buon livello di inclusività, si valorizzeranno le diverse forme di intelligenza, gli stili cognitivi e i conseguenti modi di apprendere che essi innescano, così come indicato dallo psicologo H. Gardner nelle “intelligenze multiple”».

«Non ci saranno, inoltre, voti – spiegano dall’Aps Scholè – Dare un voto diventa futile se si considera il bambino come un essere immerso nel proprio processo di apprendimento che inanella tentativi per giungere alla soluzione. Il giudizio genera spesso ansia e confusione, perché spinge a misurare in modo quantitativo il proprio valore di persona e ad instaurare un’identificazione tra voto e riconoscimento sociale: io sono il voto che prendo. Pertanto, si cercherà di considerare l’errore come momento di crescita e di autoanalisi, al fine di promuovere l’autoconsapevolezza, e gradualmente, anche la metacognizione».

«Il progetto Tribù dei Viaggiatori prende le distanze da un apprendimento che si basa sulla competizione e sull’individualismo, perché genera individui ansiosi e bramosi di raggiungere l’obiettivo finale, aspirando ad una ricompensa a discapito del prossimo. La libertà che sta nel non sentirsi giudicati crea un clima di collaborazione all’interno del gruppo, poiché ognuno è consapevole di seguire un proprio percorso che non è valutato né migliore né peggiore di quello di un altro, ma viene cucito addosso in modo individualizzato. I bambini saranno organizzati in gruppi eterogenei per età e abilità in modo da favorire il mutuo aiuto, il passaggio di conoscenze e l’insegnamento reciproco, sperimentando diversi ruoli e sviluppando molteplici competenze. Nel corso delle giornate ci saranno momenti di condivisione con i bambini di Piccola Tribù. Non vi sarà una segregazione per età, in quanto crediamo che le relazioni tra persone di età diverse possano arricchire come i più piccoli, anche i bambini più grandi. Il rituale dell’Assemblea favorirà il coinvolgimento di tutti i membri che, gradualmente, si abitueranno a gestire in modo collettivo i conflitti interni e le controversie. Sarà anche uno strumento utile per esplorare i propri e gli altrui mondi interiori».

«All’interno del progetto di educazione compartecipata, la comunità di piccoli esploratori sarà accompagnata da figure esperte che consentiranno loro di agire, di sbagliare, di rinunciare, di sperimentare in grande libertà, con accettazione e senza costrizioni – spiegano ancora i promotori – In tal modo il bambino esterna se stesso e libera il proprio potenziale creativo. Il precettore ė un facilitatore, un mediatore che supporta e incoraggia empaticamente evitando pregiudizi. Esso favorisce lo sviluppo dell’autonomia intesa non solo in chiave di organizzazione individuale ma anche come capacità pratica di desiderare, progettare e realizzare le proprie aspirazioni. Non si limita alla mera trasmissione di conoscenze ma affianca il bambino nella graduale acquisizione di importanti abilità come discriminare, ricercare, ricordare, problematizzare, ipotizzare, esprimersi, sintetizzare, astrarre. La figura guida di Tribù dei Viaggiatori si pone tre importanti obiettivi: imparare ad imparare, abituarsi a riflettere e riuscire a muoversi tra i saperi».

L’esperienza educativa che parte a Jesi vede, poi, tra le sue finalità il raggiungimento delle abilità sociali proprie di una comunità, «per questo abbiamo scelto come filo conduttore il linguaggio della Giraffa rappresentativo di una comunicazione non violenta (CNV) – aggiunge Brenda – Si ricorrerà alla CNV come strategia comunicativa quotidiana, efficace anche come strumento per la gestione dei conflitti. Avvalendosi del regime legislativo inerente l’istruzione parentale, i membri di Tribù dei Viaggiatori sosterranno, a cadenza annuale, un esame di idoneità attestante l’adempimento dell’obbligo d’istruzione e il passaggio al periodo successivo. Gli obiettivi che perseguiremo insieme rimandano a quelli previsti nelle Indicazioni
Nazionali Ministeriali per la Scuola Primaria. Le figure guida forniranno ai genitori tutta la documentazione necessaria da consegnare agli enti predisposti entro i tempi stabiliti. Tribù dei Viaggiatori non sarà un servizio di cui usufruire, ma un progetto a cui aderire. I genitori sono responsabili e parte attiva dell’istruzione dei propri figli e saranno affiancati dai precettori nella loro scelta di istruzione parentale».

Per ulteriori informazioni: 349 6406141
schole.aps@gmail.com

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