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Le scuole libere danesi

Pubblicato il 6 gennaio 2019 0
Il sistema scolastico danese si pone come un sistema sul quale riflettere, che dà grande spazio alle scuole libere. Vediamo come funzionano.

L’attuale sistema scolastico danese ha origini lontane: dopo la promulgazione di una Costituzione democratica, avvenuta nel 1849, venne introdotto un sistema scolastico nuovo basato su di una scuola primaria “libera” che affiancava quella statale e la creazione di due istituzioni completamente nuove, le Efterskole e le Folkehøjskole. 

Le due figure che promossero questo rinnovamento del sistema scolastico furono N.F.S. Grundtvig (1783-8172), un teologo, poeta e linguista, e Christen Kold (1816-70), un educatore. Entrambi si battevano per l’educazione delle classi più povere e già pensavano che la scuola di allora impartisse “informazioni morte”. Grazie ad essi, quando nel 1855 il parlamento danese approvò la legge che determinava che tutti i bambini dovessero ricevere un educazione, non fu specificato che questo dovesse avvenire in una scuola (già allora molti genitori già educavano i loro bambini a casa nel modo che ritenevano più opportuno). La prima scuola libera fu aperta nel 1852 e negli anni seguenti molte altre ne vennero fondate.

Le friskoler (scuole libere)

Il sistema dell’istruzione danese si basa ancora oggi sul principio dell’obbligatorietà dell’educazione e non su quello della obbligatorietà della scolarizzazione.  Questo significa che i genitori sono responsabili dell’educazione dei figli ma sono liberi di scegliere come impartirla: se in casa, in una scuola pubblica o in una scuola libera (fiskoler). I genitori hanno così il diritto di fondare una scuola libera basata sui principi che credono più giusti.

Per ricevere i sussidi dallo Stato, le scuole libere devono garantire che l’educazione impartita sia buona almeno quanto quella delle scuole pubbliche. Per questo esistono le supervisioni e le valutazioni del loro operato.

Le free schools raggruppano senza soluzione di continuità i bambini per 10 anni (quindi dai 6 anni ai 15/16). Ad oggi circa il 18% del totale dei bambini frequenta le free schools, ma questa percentuale è in crescita perché la tendenza delle scuole statali a chiudere le scuole più piccole (con meno di 200 allievi) sta facendo sì che i genitori si organizzino per mantenere le piccole scuole, apprezzate proprio per le loro dimensioni più ‘umane’ e per la prossimità alle abitazioni, facendole diventare scuole libere (spesso utilizzando lo stesso edificio chiuso dalla scuola di Stato).
Attualmente le scuole libere ricevono un contributo statale pari al 75% del costo medio di uno studente per lo Stato danese (il costo procapite annuale in Danimarca è di circa 8000 euro, simile a quello italiano). Il resto lo paga la famiglia (quindi circa 1800 euro l’anno), ma ci sono anche delle facilitazioni aggiuntive per i meno abbienti e per le scuole che abbiano dei disabili.
Le scuole sono libere di assumere qualsiasi insegnante ritengano valido, indipendentemente dal titolo di studio, ma il salario deve essere lo stesso di quello degli insegnanti statali. Le entrate della scuola, oltre che per pagare i docenti, possono essere impiegate in completa autonomia senza dover rendere conto delle scelte operate. Lo Stato controlla solo che tutte le entrate vengano spese per la scuola.
Tuttavia le scuole libere non devono ‘copiare’ le scuole pubbliche: esse hanno piena autonomia sui contenuti e sulle modalità di organizzazione dello studio. Infatti ad esempio una parte, anche se minoritaria, di queste scuole non sottopone ad  alcun esame gli allievi, nemmeno al termine del percorso scolastico. Normalmente non vengono  mai usati i voti durante il percorso scolastico.
Per quanto riguarda il controllo delle scuole,  l’elemento fondamentale è la verifica del rispetto dei principi fondamentali di libertà, democrazia ed uguaglianza al loro interno.
Il controllo sull’andamento della scuola e sulla qualità dell’insegnamento è fondamentalmente a carico dei genitori stessi che costituiscono un Circolo scolastico che elegge un gruppo esecutivo che è responsabile di fronte al Ministero dell’Educazione per l’intero assieme delle attività svolte nella scuola.
Gli standard qualitativi comuni si riferiscono alle tre materie considerate basilari: il danese, la matematica e l’inglese; il Ministero dell’Educazione si limita a controllare eventuali elementi di rischio nella struttura e l’idoneità dei supervisori scelti dalla scuola.
Tutte le free schools sono obbligatoriamente gestite da organizzazioni no-profit o anche da semplici gruppi di genitori, il che significa che un privato non può acquistare o fondare una scuola e che la scuola non può essere gestita per produrre profitti. Se c’è un surplus di entrate esso rimane a disposizione della scuola.

Tutti i genitori sono quindi coinvolti attivamente nelle attività scolastiche, contribuendo anche alla manutenzione e alla pulizia della scuola.

Le Efterskoler

In Danimarca esiste da 130 anni una scuola speciale, chiamata Efterskole, che viene frequentata su base volontaria dai ragazzi al termine del nono anno della scuola o durante la frequenza della scuola superiore (ma senza perdere l’anno); ha la durata di un anno ed è residenziale.

Sono scuole residenziali dove, oltre ai programmi delle normali scuole statali si svolgono diverse attività rivolte a singoli campi di interesse prevalente (musicali, teatrali, artistiche, sportive, ecc). Una di esse è aperta a studenti internazionali. 

Sono molto costose (ha uno status misto pubblico\privato: lo Stato la finanzia parzialmente) ma  egualmente più di un terzo dei ragazzi le frequenta perché viene considerata una esperienza molto formativa e quindi molte famiglie sono disposte a fare dei sacrifici per offrire questa opportunità ai figli (alcune famiglie aprono un conto apposito quando i figli nascono per poterli iscrivere poi ad una Efterskole). I ragazzi vivono per la prima volta da soli e assieme ad altri adulti che non siano la loro famiglia, diventano molto più maturi e consapevoli di sé, e questo si vede dal migliore rendimento che hanno poi quando riprendono la scuola superiore.

Le ´Folkehøjskole´ o  scuole popolari per adulti

Le ´Folkehøjskole´ sono, come le Efterskole, una tradizione solo danese: sono una specie di collegio dove si vive in comunità e in cui si pratica l’educazione non formale.  Ogni cittadino danese maggiore di 18 anni può decidere di frequentarla per un periodo più o meno breve. Esse hanno lo scopo di diffondere una miglior qualità della vita ed i principi della educazione alla cittadinanza ed al bene comune. Non sono richiesti titoli di studio ne vi sono esami da sostenere.

L’Accademia per l’insegnamento nelle scuole libere: la Den Frie Lærerskole

Questa accademia è il corrispettivo delle facoltà di pedagogia delle nostre Università e ha lo scopo di formare i futuri insegnanti delle scuole libere. E’ basata, come le free schools, sulle stesse caratteristiche di totale autonomia e libertà organizzativa. Non prevede esami, ne finali ne intermedi e durante il periodo di frequenza gli studenti devono fare dei periodi di pratica diretta dell’insegnamento in altre scuole.

Gli aspetti quindi che più differenziano il sistema scolastico danese possono così essere sintetizzati:

– la coesistenza di un sistema doppio pubblico-privato e quindi la possibilità di sviluppare a fianco delle scuole statali anche strutture che si basino sulla autogestione didattica e finanziaria, e di come questo doppio binario non comporti alcun aggravio di spesa per lo Stato.
– la possibilità di impostare la didattica e la gestione scolastica in modo da garantire la massima libertà di autodeterminazione e quindi di sperimentazione, senza che questo comporti discriminazioni o perdita della qualità dell’istruzione fornita nella fascia dell’obbligo.
– la possibilità da parte dello Stato di garantire la qualità del servizio offerto dalle scuole libere senza che si adottino meccanismi di controllo standardizzati come gli esami o il sistema delle valutazioni basato sui voti.
– l’importanza attribuita a forme di ‘educazione civile’ al di fuori del normale curriculum scolastico rivolte sia ai ragazzi ancora all’interno del normale periodo scolastico che agli adulti che lo hanno già terminato
– la centralità di una formazione specifica per i futuri insegnanti
– la possibilità di assumere nella scuola persone senza una qualificazione certificata o formale.

Una conoscenza non superficiale di un sistema scolastico così radicalmente lontano dal nostro, anche se a noi prossimo geograficamente e culturalmente, potrebbe aiutare a guadagnare uno sguardo più distaccato e magari più libero nei confronti delle caratteristiche che costituiscono le premesse ‘naturali’ della scuola come la si intende comunemente. 

Questi gli aspetti su cui sarebbe auspicabile iniziare a riflettere.

– la possibilità concreta di far convivere un sistema centralizzato statale con istituzioni non sottoposte a degli standard unici e prodotto della libera iniziativa dei cittadini, senza che questo doppio binario comporti un aggravio di spesa da parte dello stato o una discriminazione in base al censo.
– il superamento di una impostazione della scuola come zona franca esclusa dalle regole della democrazia e come spazio separato dal contesto sociale, aperta quindi a contributi esterni.
– il superamento della rigida divisione degli studenti per età e la frammentazione artificiale del percorso scolastico che ostacola una continuità del percorso.
– un sistema non più basato sulla ‘valutazione oggettiva’, che presuppone una mancanza di fiducia preventiva nell’interesse che può suscitare quello che si insegna.
– la libertà nella scelta delle materie e dei metodi di studio sia da parte degli studenti che dei docenti.
– la messa in discussione della equivalenza tra conoscenza della materia e capacità di insegnarla, e quindi la centralità dell’elemento della vocazione all’insegnamento e la conseguente importanza di una formazione specifica per i futuri insegnanti.

– una domanda di fondo, che in qualche modo le include tutte: come mai siamo tutti disposti ad ammettere che si apprende veramente solo se si è motivati a farlo e poi non facciamo nulla per comportarci di conseguenza, adottando strutture, metodi e forme organizzative che sono palesemente contrarie alle intenzioni? E, di conseguenza, il sospetto che il vero intento dell’istituzione scolastica non sia quello di ‘istruire’, ma di conservare una struttura di potere autoritaria che mira ad ‘educare’ a vivere in una società gerarchizzata senza lasciare spazio per lo sviluppo dell’autonomia di pensiero e di azione.

Siti di riferimento:
www.danishfolkhighschools.com
www.efterskole.dk
www.friskoler.dk

di Andrea Sola – Redattore del sito  www.educareallaliberta.org  dedicato a raccogliere materiali e testimonianze italiane ed internazionali sulle pratiche educative alternative. E’ animatore del Centro Pandora di Mestre e promuove pratiche artistiche e artigianali e progetti educativi basati sui principi della libertà.

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