«Abbiamo un sogno: collegare tutte le esperienze di educazione in natura Italia»: così il Comitato nazionale per l’educazione in natura.
Il gruppo si è riunito di recente nel suo appuntamento annuale; raccoglie numerose esperienze educative non pubbliche in Italia nella fascia di età più precoce. «Dopo un anno dalla costituzione del Comitato, si è fatto il punto sul lavoro fatto e abbiamo accolto tanti che volevano conoscerci» spiega il presidente, riconfermato per tre anni, Juan Carlos Usellini.
«In Italia è forte il crescente bisogno dei bambini di stare all’aria aperta, perché più sano per la salute e per lo sviluppo psicofisico, e la necessità di un’educazione basata maggiormente sull’esperienza e sul libero sperimentare – spiega Usellini – Stiamo lavorando alla scrittura e pubblicazione di un Libro Verde dell’educazione in natura, per far conoscere come e perché modelli educativi come le Forest School Britanniche, le Waldkindergarten Tedesche e le Skovsboernehaven Danesi siano di riferimento per tante realtà nate negli ultimi anni in italia.
Un altro strumento sarà il sito del Comitato e un manifesto che sintetizzi i principi che uniscono le diverse anime che ci compongono».
«Stiamo inoltre coltivando un sogno; creare una Linea Verde che unisca da Nord a Sud le varie realtà in Italia. Un “cammino di Santiago” dell’Educazione in Natura, dove potersi fermare qualche giorno, trovando ospitalità e accoglienza e dove poter confrontarsi sui temi a noi cari».
«Durante l’incontro abbiamo fatto un bilancio dell’attività del direttivo e abbiamo tenuto un workshop di consapevolezza corporea condotto dal Gruppo CEIN – prosegue Usellini – Seguiti da tre counselor, abbiamo potuto fare un lavoro su di se stessi, a partire da un’esperienza corporea. Le capacità di stare con i bambini in un contesto naturale e secondo principi pedagogici innovativi quali l’osservazione, il limite e il rischio come aspetti positivi e anzi fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei bambini, l’educazione non direttiva e non giudicante, hanno come presupposto che la figura dell’accompagnatore si destrutturi rispetto alla propria educazione e al suo percorso di vita affinché prenda consapevolezza dei suoi bisogni e impari ad esprimere liberamente paure ed emozioni».
«Per fare questo è necessario confrontarsi, mettersi in gioco non solo in maniera razionale ma a partire dal proprio corpo, dal proprio cuore».
«Abbiamo anche accolto e conosciuto nuove realtà che vogliono avvicinarsi al Comitato o a realtà o singoli che ancora non hanno intrapreso l’attività ma ne hanno desiderio».
«Stiamo inoltre lavorando su tavoli tematici:
Manifesto per l’Educazione in Natura
Individuazione dei minimi comuni denominatori che tutti riconosciamo e trovare una formula incisiva per renderli facilmente divulgabili.
Genitori e Famiglie
Il rapporto fondamentale con le famiglie per creare una comunità educante che condivida principi educativi e modalità di relazione tra adulti e bambini.
Accompagnatori/Educatori
Il lavoro di destrutturazione di sé, la capacità di giocare, il lavoro di osservazione e restituzione e il confronto continuo con gli altri accompagnatori e con le famiglie come formazione continua della figura centrale dell’educazione.
Burocrazia
Confronto sulle tematiche legate alla costituzione del soggetto proponente, la gestione delle varie forme associative, i permessi necessari per avviare esperienze di educazione in natura».
Per contatti:
Juan Carlos Usellini, cell. 3384975370, mail camiejuan@gmail.com