Un progetto di libera immersione nella natura è quello di Selima Negro che nel 2015 ha dato vita a una realtà educativa basta sulla pedagogia del bosco.
La realtà ha sede a Missaglia, in provincia di Lecco. Ed è proprio l’aspetto della natura e dello spazio all’aperto, l’approccio pedagogico su cui si basa questo progetto, dimostrando, come il nome stesso dell’associazione promotrice recita, che si può apprendere “Fuori dalla scuola”.
E’ la stessa Selima Negro, educatrice ed educatrice ambientale, a parlare di questo progetto che accoglie bimbi della fascia 2-6 anni ma che è pronto a settembre a partire con un progetto sperimentale per l’età della scuola primaria.
Selima sarà anche tra i protagonisti sul palco dell’evento nazionale “Tutta un’altra scuola 2018”, l’8 settembre a Bologna; qui il programma completo e le info per iscriversi.
Com’è nata l’idea di questo progetto?
Quando il mio primo figlio aveva un anno circa ho conosciuto un’altra mamma, Alessandra Fossati, con cui ho cominciato a confrontarmi su come portare avanti le scelte di maternage ed educazione che avevamo fatto nel primo anno di vita dei nostri figli, e che ci sembravano difficilmente compatibili con i tradizionali servizi all’infanzia. All’inizio avevamo chiaro che l’accoglienza dei bisogni dei bambini, il riconoscimento delle loro competenze e il contatto con la natura erano centrali nella nostra visione dell’educazione. Insieme ad altre famiglie abbiamo identificato nella pedagogia del bosco e nel modello nord-europeo degli Asili nel bosco la cornice che ci poteva a realizzare il percorso che avevamo in mente. Abbiamo letto, studiato, fatto rete con altri progetti italiani e all’estero, fino a che siamo riuscite a far partire il nostro progetto con continuità dal settembre 2015.
Su cosa si basa questo progetto?
Uno de pilastri del nostro progetto è l’immersione nel selvatico, inteso come un ambiente non organizzato e gestito da esseri umani (adulti) ma risultato dell’interazione di diverse forme di vita, vegetali e non. Il nostro campo base principale è a Missaglia (in provincia di Lecco), in un giardino privato ai margini dei boschi del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Spesso ci incontriamo direttamente sui sentieri del parco. Ora stiamo preparando anche una nuova sede ad Osnago (LC) che accoglierà dei progetti speciali, fra cui un nuovo percorso per i bambini che hanno più di 6 anni. Per noi l’ambiente selvatico rappresenta l’ambiente ideale per l’apprendimento, perché nella sua infinita ricchezza, armoniosità e variabilità offre sempre occasioni di esperienze significative che rispondono ai bisogni di bambini anche molto diversi fra loro. La stimolazione sensoriale, le possibilità di sperimentarsi dal punto di vista motorio, l’abitudine a confrontarsi con la complessità di uno spazio senza confini evidenti, la centralità del gruppo e del confronto con i pari, la possibilità di vivere esperienze uniche e imprevedibili… tutto questo permette di realizzare percorsi di apprendimento molto efficaci. L’altro pilastro è il gioco spontaneo, concepito come forma di esperienza più sofisticata per l’apprendimento dei bambini, che grazie a esso sperimentano le proprie competenze motorie, cognitive, sociali ed emotive contemporaneamente. La maggior parte del tempo i bambini sono liberi di giocare, da soli o in piccoli gruppi, o con la partecipazione di un adulto se preferiscono. Gli adulti, genitori, o educatori, sono accompagnatori, nel senso che sostengono e aiutano i bambini, seguendo però i loro interessi e le loro iniziative. Lavoriamo con un processo continuo di non programmazione, il programma emergente, che ci permette di seguire e comprendere i bisogni dei bambini per fornire loro il giusto sostegno quando necessario.
In cosa consiste la pedagogia del rischio?
Stando all’aperto con i bambini si accetta di potersi aprire all’imprevisto, si sta in una dimensione in cui l’adulto non programma e non controlla le esperienze, con la consapevolezza che in questo modo si aprono maggiori e più significative possibilità di apprendimento per i bambini. Il rischio d’altronde è una dimensione ineliminabile delle nostre vite, e ognuno di noi trova le strategie per gestirlo e affrontarlo nella vita quotidiana. È importante che anche i bambini sviluppino le proprie competenze nella valutazione del rischio e dei benefici, e lo possono fare solo grazie ad un’esposizione dirette e progressiva di situazioni incerte e complesse. Gli adulti che li accompagnano devono saper identificare e gestire gli effettivi pericoli, e non sostituirsi invece ai bambini nel cercare strategie creative , nel misurarsi con i propri limiti e quelli dell’ambiente, nell’imparare dai propri errori.
Com’è pensato il progetto fascia scuola primaria?
A settembre 2018 partirà la sperimentazione di un progetto in cui l’approccio della pedagogia del bosco accompagnerà anche il percorso di bambini che hanno compiuto i 6 anni. Ci sarà sempre ampio spazio al gioco libero, e la creazione di progetti e ricerche che partiranno dagli interessi e dalle esperienze significative dei bambini. Ci sarà una maggiore ricchezza di materiali e gite in luoghi diversi da quelli selvatici, e un gruppo di accompagnatori adulti che metterà a disposizione dei bambini il proprio tempo e le proprie competenze.
Che ruolo ha il genitore l’interno di questo processo educativo?
La creazione di una vera e propria comunità educante per noi è fondamentale. Nel nostro caso i genitori sono spesso presenti come volontari, e contribuiscono a molti aspetti progettuali e organizzativi. Devono aderire in modo autentico ai valori e agli obiettivi principali del progetto, perché i bambini si sentano davvero liberi di partecipare a loro volta senza stare “sulla soglia”. Cerchiamo sempre di dedicare attenzione alla creazione di occasioni e strumenti di comunicazione e relazione con e tra le famiglie.
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di Isabella Wilczewski